mercoledì 16 aprile 2014

La controeducazione di Paolo Mottana: il corpo e le passioni si ribellano alla tortura scolastica

Paolo Mottana insegna filosofia dell'educazione presso l'Università Bicocca di Milano ed è un docente impegnato da anni nella battaglia contro-educativa. Autore del "Piccolo manuale di controeducazione" (Mimesis, 2012), Mottana ha una profonda consapevolezza delle distorsioni ad ampio raggio causate dal nostro sistema scolastico. 






Qui sotto alcune delle numerose affermazioni di Mottana, che suonano come pesantissimi capi d'accusa nei confronti dell'istruzione scolastica e universitaria.

L'espressività culturale che sia scientifica o umanistica è sempre una grande esperienza, un'esperienza di scoperta, un'esperienza di creazione, un'esperienza emozionata. Come mai quando arriva dentro i contenitori scolastici e universitari tutto ciò è diventato materia morta? [...]
Bisogna incontrare le cose con il corpo, non solo con la mente. [...]
Il teatro, la danza, la musica, le immagini... tutto questo può partecipare a fare della nostra esperienza culturale qualcosa che non sia semplicemente un noiosissimo esercizio di memorizzazione, per altro ben presto destinato a smemorare, destinato all'oblio, proprio perché non si incarna. Nessun sapere che non sia incarnato può persistere. Un sapere che passa solo attraverso il cervello è destinato a disfarsi in un tempo estremamente breve. E noi abbiamo bisogno di incontrare l'incredibile, enorme disseminazione di oggetti affascinanti, perché c'è fascino ovunque nella nostra cultura. [...]
Noi possiamo fare delle operazioni straordinarie di rottura di questi sarcofagi mortificanti che sono le discipline, le materie. Ne abbiamo bisogno noi insegnanti e gli allievi. Occorre davvero una rivoluzione che non può che chiamarsi contro-educazione.