sabato 28 maggio 2011

Ivan Illich: non ho mai imparato nulla a scuola

Difficile dire quanti bambini vengono oppressi oggi dalla scuola. La scuola serve a modellare i bambini e a farne degli elementi adatti ad integrarsi nell'ingranaggio generale della società. Quindi i bambini più curiosi e sensibili sono generalmente quelli più oppressi dalla scuola. Ivan Illich, noto per il suo testo Descolarizzare la società (1971), ricorda così il suo ingresso a scuola:
A sei anni, quando le lingue che conoscevo erano il francese, l'italiano e il tedesco, mia madre voleva iscrivermi a una scuola di Vienna, una scuola molto buona dove per i bambini era già in uso la pratica dei test. E questi decretarono che ero un bambino ritardato. Il che fu per me un grande vantaggio perché così potei stare per due anni nella biblioteca di mia nonna, leggere i suoi romanzi e cercare nei dizionari tutte quelle cose interessanti che possono eccitare la curiosità di un bambino dispettoso di sette anni.
Certo, è curioso che Illich venga considerato ritardato dalla scuola, ma per chi è all'interno di questa istituzione (ed è capace di analizzarla criticamente) tutto ciò non sorprende: per la scuola il bambino vivace è un problema, perchè porta scompiglio in un ambiente che ha il compito di normalizzare, sedare, castrare ogni velleità.
Per chi è affamato di vita la scuola non può che essere un'enorme frustrazione. Chi è affamato di vita può trovare solo al di fuori della scuola (e dalle altre istituzioni castranti) i giusti stimoli.
Non ho mai preso seriamente la scuola. Di fatto tutto quello che ho imparato l'ho imparato fuori dalla scuola.
E' ancora Illich a parlare. E non si può che condividere.

Antonio Saccoccio